Premio Strega 2025: storia, curiosità e consigli pratici per librai e cartolibrai

Ogni estate, il panorama editoriale italiano si anima intorno a un appuntamento fisso: il Premio Strega. Un evento culturale che, da oltre settant’anni, non solo decreta il miglior romanzo dell’anno, ma riflette gusti, tendenze e trasformazioni della nostra società.

Per chi lavora in libreria o in cartolibreria, conoscere la storia e il funzionamento del Premio Strega è un valore aggiunto. Aiuta a orientarsi tra i titoli, consigliare con maggiore consapevolezza, e magari anticipare i desideri dei lettori più attenti, che attendono con curiosità la proclamazione del vincitore.

In questo articolo ripercorreremo le origini del Premio, i meccanismi che lo regolano, alcune curiosità che forse non conosci, e infine ti daremo idee pratiche per valorizzarlo all’interno del punto vendita.

Le origini del Premio Strega

Il Premio Strega nasce nel 1947, nel cuore di un’Italia che cerca di rialzarsi dalle macerie della guerra. A promuoverlo è Maria Bellonci, scrittrice e intellettuale raffinata, insieme al marito Goffredo, con il sostegno della famiglia Alberti, produttrice del celebre Liquore Strega – da cui il premio prende il nome.

Ma il Premio Strega non è solo un’iniziativa editoriale. È il frutto di un progetto culturale profondo: ricostruire un dialogo tra scrittori e lettori, tra cultura e società, attraverso la narrativa italiana contemporanea.

Il salotto dei Bellonci: nascita degli “Amici della Domenica”

Tutto comincia nel salotto letterario romano dei Bellonci, punto di incontro per scrittori, editori, critici e artisti. Da quel gruppo nasce il nucleo storico della giuria, ancora oggi attiva con il nome di “Amici della Domenica”.

Un nome che racchiude una delle chiavi del successo del premio: la partecipazione attiva e appassionata di chi vive di libri e per i libri. La giuria iniziale era composta da 170 membri, oggi affiancata da studenti, traduttori, e lettori forti italiani e all’estero.

Un premio che riflette la storia d’Italia

Già a partire dalla prima edizione, vinta da Tempo di uccidere di Ennio Flaiano, il Premio Strega si dimostra qualcosa di più di una semplice competizione letteraria: è uno specchio dei gusti e delle tensioni culturali del Paese. Ogni vincitore racconta, in modo diretto o simbolico, una fase della storia italiana.

Come funziona il Premio Strega oggi: regole, giuria e meccanismi di selezione

Nel corso dei decenni, il Premio Strega ha mantenuto intatta la sua identità, ma ha saputo anche evolversi e ampliare il proprio pubblico, rispecchiando i cambiamenti nel mondo editoriale e nella società.

Oggi il premio si articola in diverse fasi, ciascuna con regole precise e tempi ben scanditi, che ogni libraio dovrebbe conoscere per orientarsi tra le uscite, anticipare la domanda e saper consigliare con tempestività.

Le tappe del Premio: dalla lunga lista alla finale

  1. Candidature: Ogni Amico della Domenica può proporre un titolo da candidare, il regolamento esclude la possibilità di candidature dirette da parte degli autori o degli editori.
  2. Conferma: L’autore sottoscrive una lettera di accettazione in cui conferma la propria partecipazione, si impegna a non ritirarsi dal premio e accetta il regolamento.
  3. Selezione della dozzina: A marzo/aprile viene annunciata la lista dei 12 semifinalisti, selezionati dal Comitato Direttivo.
  4. Cinquina finalista: A giugno, la giuria seleziona i 5 finalisti (o più, in caso di parità), che si contenderanno il premio.
  5. Proclamazione del vincitore: A inizio luglio, durante la cerimonia ufficiale a Villa Giulia, viene annunciato il romanzo vincitore.

Chi vota? Una giuria ampia, ma non senza discussioni

La giuria del Premio Strega è composta da:

  • i 400 Amici della Domenica,
  • 60 lettori forti selezionati da librerie indipendenti, biblioteche e gruppi di lettura che ruotano di anno in anno,
  • 40 librerie appartenenti all’Associazione Librai Italiani (ALI)
  • 20 voti collettivi provenienti da istituti italiani di cultura all’estero, università e scuole di scrittura.

Un meccanismo pensato per mantenere un equilibrio tra il giudizio degli addetti ai lavori e quello del pubblico più coinvolto. Non mancano però le polemiche: nel corso degli anni, si è spesso discusso di dinamiche editoriali influenti e di strategie di candidatura mirate.

Perché è utile per i librai conoscere queste dinamiche?

Se da un lato il Premio Strega nasce come riconoscimento culturale, dall’altro ha finito per avere un fortissimo impatto editoriale e commerciale. Vincere lo Strega vuol dire centinaia di migliaia di copie vendute, traduzioni all’estero, ristampe, visibilità mediatica e un posto garantito tra gli scaffali delle librerie.

Sapere come si arriva alla cinquina finalista, e in che tempi, permette di:

  • organizzare vetrine e corner tematici in anticipo,
  • intercettare l’interesse crescente dei lettori già durante la fase della dozzina,
  • offrire un racconto consapevole dei titoli in gara, spiegando il contesto editoriale che li circonda.

Gli autori entrati nella storia

Ecco alcuni nomi che hanno segnato l’albo d’oro del premio:

  • Cesare Pavese con La bella estate (1950): un capolavoro postumo che consacrò la figura dello scrittore torinese.
  • Natalia Ginzburg con Lessico famigliare (1963): un titolo simbolo della narrativa autobiografica italiana.
  • Umberto Eco con Il nome della rosa (1981): un bestseller internazionale che univa erudizione e tensione narrativa.
  • Antonio Pennacchi con Canale Mussolini (2010): riscoperta epica della storia del Novecento rurale.

Curiosità e retroscena: lo Strega che (forse) non conosci

Oltre alle sue dinamiche ufficiali, il Premio Strega è attraversato da storie, polemiche e trasformazioni che raccontano più di settant’anni di editoria italiana. Episodi che, per chi lavora con i libri ogni giorno, offrono spunti interessanti da condividere con i lettori.

Origini e simboli: tra liquore, premi simbolici e nomi illustri

Il nome del premio deriva dal celebre Liquore Strega, prodotto a Benevento dalla famiglia Alberti, sponsor storico fin dalla fondazione.
Nonostante il prestigio, il premio in denaro è più simbolico che sostanzioso (circa 5.000 euro): il vero valore è la visibilità e il riconoscimento editoriale.

Donne allo Strega: poche, ma determinanti

Per vedere la prima vittoria al femminile bisogna attendere il 1957, quando Elsa Morante si aggiudica il premio con L’isola di Arturo.
Ad oggi, le scrittrici premiate sono solo 13 su oltre 75 edizioni. L’ultima, nel 2024, è Donatella Di Pietrantonio con L’età fragile (Einaudi). Un dato che, da solo, invita a riflettere sul rapporto tra premio e rappresentanza di genere.

Vincitori seriali e primati editoriali

Sono solo due gli autori ad aver vinto il Premio Strega due volte:

Tra gli editori, è Mondadori a guidare la classifica delle vittorie (23), seguita da Einaudi (14), Rizzoli (11) e Bompiani (10). Un predominio che riflette l’equilibrio di forze nel mercato italiano, ma che ha anche alimentato diverse critiche.

Grandi editori, piccoli spiragli: il regolamento che cambia

Una delle accuse più frequenti al Premio Strega riguarda l’influenza dei grandi gruppi editoriali sui giurati. Ma qualcosa, negli ultimi anni, si sta muovendo.

Dal 2018, è stato introdotto l’obbligo di avere almeno un piccolo o medio editore in finale. Se nessuno raggiunge la top 5, si allunga a 6 candidati, inserendo il più votato tra le piccole realtà.

Così nel 2020, Febbre di Jonathan Bazzi (Fandango) arrivò in finale. Stessa dinamica nel 2022, con il romanzo Nina sull’argine di Veronica Galletta. Un segnale di apertura verso voci nuove e case editrici indipendenti.

Rivalità editoriali e polemiche leggendarie

Al Premio Strega le polemiche non mancano mai: fanno parte del suo DNA.
Nel 1952, Alberto Moravia vinse con Racconti dopo aver inizialmente cercato di favorire Il visconte dimezzato di Italo Calvino. La polemica, alimentata anche dalla censura dell’Osservatore Romano, fece clamore e contribuì probabilmente alla sua vittoria.

Nel 1959, Il Gattopardo vinse il premio, ma fu preceduto da una dura contesa interna tra Beppe Fenoglio (Primavera di bellezza) e Pier Paolo Pasolini (Ragazzi di vita), entrambi sotto Garzanti. La casa editrice candidò Pasolini, ma i “domenicani” parteggiavano per Fenoglio. Pasolini non perdonò mai a Fenoglio di non essersi fatto da parte: la frattura personale fu definitiva.

Il Gattopardo, il romanzo che poi vinse quell’edizione, era stato inizialmente rifiutato da Einaudi. Solo grazie all’intervento di Giorgio Bassani, trovò accoglienza in Feltrinelli. L’autore, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, era già scomparso. La vittoria postuma trasformò Il Gattopardo in un caso editoriale, ridefinendo l’idea stessa di “romanzo della memoria” nella narrativa italiana.

Nel 2009, altro scontro acceso tra Antonio Scurati e Tiziano Scarpa. Quest’ultimo vinse con Stabat Mater, battendo il favorito della vigilia e innescando una delle polemiche più accese degli anni Duemila.

Le nuove declinazioni dello Strega

Oltre al premio principale, oggi esistono anche:

  • Il Premio Strega Giovani (dal 2014)
  • Il Premio Strega Europeo (dal 2014)
  • Il Premio Strega Poesia (dal 2022)
  • E da quest’anno, 2025, anche il Premio Strega Saggistica
    Un ampliamento che conferma la volontà di intercettare pubblici nuovi e linguaggi differenti, rendendo il marchio “Strega” sempre più centrale nel panorama culturale italiano.

Come valorizzare il Premio Strega in libreria: idee, consigli e buone pratiche

Per i lettori più curiosi, il Premio Strega è un appuntamento fisso. Ma spesso serve una spinta in più per trasformare l’interesse in acquisto. Ecco perché in questa sezione raccogliamo suggerimenti pratici che possono aiutare i librai e cartolibrai a creare engagement attorno al premio, trasformandolo in uno strumento di vendita e di relazione con il pubblico.

Allestimenti tematici e vetrine narrative

  • Crea una vetrina dedicata con i libri della cinquina (e volendo anche della dozzina) corredati da schede sintetiche con brevi descrizioni, punti di forza, curiosità.
  • Inserisci anche titoli vincitori degli anni passati, per costruire un “percorso Strega” che offra continuità e profondità.
  • Puoi proporre una selezione per tematiche o ambientazioni (Strega e memoria, Strega e famiglia, Strega e Sud Italia…).

Corner “Aspettando il vincitore”

Tra la cinquina e la proclamazione, organizza uno spazio promozionale temporaneo in libreria intitolato “Chi vincerà?”, con i cinque finalisti e uno spazio per lasciare pronostici.

Raccontare il premio con storytelling e consigli

  • Usa i canali social o le newsletter per raccontare ogni settimana un titolo finalista, con taglio personale e professionale: “Perché lo consiglio”, “Chi potrebbe apprezzarlo”.
  • Inserisci mini-pillole sulle curiosità del Premio Strega.

Focus sui clienti indecisi

Molti lettori sono attratti dai premi letterari, ma hanno paura di trovarsi davanti a libri “difficili”. Qui entra in gioco il libraio:

    • Metti in evidenza il tono e lo stile dei vari romanzi (scorrevole, intenso, sperimentale…) per guidare nella scelta.
    • Prepara consigli per tipo di lettore: “Se ti è piaciuto Il colibrì, potresti amare…”.

Cinquina Strega 2025: scopri i titoli finalisti da proporre ai tuoi lettori

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Abbiamo raccolto i cinque titoli selezionati per l’edizione 2025 in una pagina dedicata, con copertine, sinossi e disponibilità aggiornate.

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Un premio da raccontare, non solo da vendere

Ogni edizione del Premio Strega è un’opportunità per riflettere su dove sta andando la narrativa italiana, ma anche su come raccontarla ai lettori. Non si tratta solo di seguire un vincitore, ma di capire le dinamiche culturali ed editoriali che lo portano sul podio.

Per chi lavora in libreria, saper leggere il premio — con tutte le sue luci e le sue zone d’ombra — significa essere pronti a trasformare un fenomeno letterario in un consiglio autentico, in una vetrina efficace, in una proposta che lascia il segno.